Nel mondo digitale in rapida evoluzione la lotta per mantenere un equilibrio tra la regolamentazione e la libertà di innovare è più accesa che mai. Al centro di questa tempesta si trovano due giganti della tecnologia, Apple e Microsoft, che stanno cercando di evitare che alcuni dei loro servizi siano classificati come “gatekeeper” dalla Commissione Europea. Ma cosa significa esattamente essere un “gatekeeper” e perché queste aziende protestando contro questa classificazione? Scopriamolo insieme.
Il Digital Markets Act: Un Passo Verso Mercati Digitali Equi e Aperti
Prima di addentrarci nella controversia è essenziale comprendere il contesto normativo in cui si inserisce. La Commissione Europea ha introdotto il Digital Markets Act (DMA), una normativa che mira a garantire che le grandi piattaforme online, definite come “gatekeeper“, mantengano un comportamento corretto e promuovano un ambiente di mercato equo e aperto.
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Un “gatekeeper”, secondo il DMA, è una piattaforma che detiene una posizione economica forte, con un impatto significativo sul mercato interno e che opera in più paesi dell’UE. Queste piattaforme hanno una forte posizione di intermediazione, collegando un’ampia base di utenti a un gran numero di imprese, e detengono una posizione solida e duratura sul mercato, stabile nel tempo. Queste definizioni sono basate su criteri oggettivi e precisi che identificano le piattaforme che esercitano una funzione di controllo dell’accesso ai mercati digitali.
Apple e Microsoft in difesa di iMessage e Bing: “I nostri servizi non sono Gatekeeper”
Apple e Microsoft stanno cercando di evitare che iMessage e Bing siano inclusi nell’elenco dei servizi Gatekeeper, sostenendo che questi servizi non sono abbastanza grandi o potenti da giustificare le restrizioni imposte dal DMA. Microsoft sostiene che Bing, che detiene solo il 3% della quota di mercato, non dovrebbe essere soggetto a ulteriori controlli legali che potrebbero metterlo in una posizione di svantaggio rispetto ai concorrenti. D’altra parte, Apple sostiene che iMessage non ha raggiunto la soglia minima di utenti in Europa come richiesto dal DMA, e quindi non dovrebbe essere obbligata a renderla interoperabile con altre piattaforme di messaggistica.
Le Conseguenze: Un futuro incerto per i giganti della tecnologia
La Commissione Europea sta riflettendo sull’inclusione di iMessage e Bing nella lista finale dei Gatekeeper e potrebbe avviare un’indagine ulteriore per determinare se questi servizi debbano aderire alle nuove norme previste dal DMA. In caso di violazioni delle norme, i Gatekeeper possono essere soggetti a pesanti sanzioni, che includono ammende fino al 10% del loro fatturato mondiale totale annuo, o fino al 20% in caso di violazioni ripetute.
Mentre ci avviciniamo alla data del 6 settembre 2023, quando la Commissione Europea pubblicherà la lista dei Gatekeeper, il mondo osserva con attenzione. Questa situazione evidenzia l’importanza di trovare un equilibrio tra la necessità di regolamentare le piattaforme digitali per prevenire pratiche sleali e la necessità di promuovere l’innovazione e la concorrenza nel settore tecnologico. Solo il tempo dirà se il DMA riuscirà a creare