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Google Bard: il rivale di ChatGPT che rivoluziona il modo di interagire con l’intelligenza artificiale

Pubblicato da Fabio Ambrosi il 21/03/2023 - 22:33
Google Bard sfida Microsoft e chatGpt

Google ha recentemente lanciato Google Bard, un chatbot pensato per competere con il popolare ChatGPT di OpenAI. Entrambi i sistemi di intelligenza artificiale sono progettati per rispondere alle domande degli utenti e discutere di un’ampia gamma di argomenti, con un livello di comprensione che a tratti sembra paragonabile a quello umano. In questo articolo vedremo cos’è Google Bard, cosa rappresenta e come funziona l’intelligenza artificiale.

Google Bard: la risposta a ChatGPT

Google Bard sfida ChatGpt
Google Bard sfida ChatGpt

Google non è abituata a rincorrere i competitor nel campo dell’intelligenza artificiale (AI) o della ricerca sulle tecnologie web ma l’entusiasmo generato da ChatGPT ha spinto il colosso tecnologico a investire nello sviluppo di un chatbot altrettanto competitivo. Bard è stato lanciato per dimostrare che Google è ancora all’avanguardia nel settore dell’intelligenza artificiale e per offrire agli utenti un’esperienza di conversazione più naturale e coinvolgente.

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Cos’è Google Bard

Google Bard è un chatbot alimentato da LaMDA, una famiglia di modelli linguistici conversazionali sviluppati da Google. LaMDA (Language Model for Dialogue Applications) è stata introdotta nel 2021 e ha è salita alla ribalta nel 2022, quando un ingegnere di Google ha sostenuto che il chatbot fosse diventato senziente, una dichiarazione largamente respinta dalla comunità scientifica.

Bard è progettato per rispondere alle domande degli utenti e discutere di un’ampia gamma di argomenti. Tuttavia, è anche in grado di inventare fatti e comportarsi in modo strano, il che significa che non è ancora perfetto e commetterà occasionalmente errori. Nonostante ciò Google ritiene che le interazioni tra le persone e il sistema siano preziose per migliorare ulteriormente il chatbot. Google Bard è infatti una tecnologia sviluppata grazie all’intelligenza artificiale ed è in grado di migliorarsi nel tempo e di apprendere dai suoi errori. Ma che cos’è un’intelligenza artificiale?

Google Bard è la risposta di Google a Microsoft e a ChatGpt

Forse non tutti lo sanno ma ChatGpt è stata sviluppata grazie al contributo di Microsoft. La risposta di Google che ha lanciato in questi giorni Google Bard è dunque più che mai strategica.
Microsoft ha avuto un ruolo chiave nello sviluppo e nella realizzazione di ChatGPT, grazie alla sua stretta collaborazione con OpenAI, l’organizzazione di ricerca sull’intelligenza artificiale che ha creato il modello di linguaggio GPT. Nel 2020, Microsoft ha annunciato una partnership esclusiva con OpenAI per fornire risorse di calcolo, competenze tecniche e supporto finanziario. Questo accordo ha permesso a OpenAI di sviluppare ulteriormente la sua tecnologia e realizzare ChatGPT, un chatbot che utilizza il potente modello di linguaggio GPT-3.

Microsoft non si è limitata a fornire supporto a OpenAI; ha anche integrato la tecnologia di ChatGPT nei propri prodotti e servizi. Ad esempio, ha lanciato un’interfaccia conversazionale per il suo motore di ricerca Bing, basata sulla tecnologia ChatGPT. Inoltre, ha introdotto nuove funzionalità in Office che sfruttano le potenzialità di ChatGPT per migliorare l’esperienza utente.

Che cos’è un’intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale (IA) è un ramo dell’informatica che mira a creare sistemi in grado di apprendere, ragionare e risolvere problemi in modo simile agli esseri umani. Un’intelligenza artificiale può essere pensata come un programma informatico che imita l’intelligenza umana attraverso l’apprendimento automatico, l’analisi dei dati e la risoluzione dei problemi.

I chatbot, come Google Bard e ChatGPT, sono un esempio di intelligenza artificiale applicata alla comunicazione e all’interazione con gli utenti. Essi utilizzano potenti modelli di apprendimento automatico, come il trasformatore, per analizzare e generare risposte basate su modelli statistici ricavati da enormi quantità di dati testuali.

L’intelligenza artificiale (IA) e il machine learning (ML) sono alla base di numerosi software e applicazioni che utilizziamo quotidianamente. Ad esempio, i motori di ricerca come Google e Bing utilizzano algoritmi di IA per fornire risultati pertinenti alle query degli utenti. I servizi di traduzione automatica, come Google Translate, sfruttano modelli di ML per tradurre testi in diverse lingue. Le app di riconoscimento vocale, come Siri di Apple e l’Assistente Google, utilizzano IA per comprendere e rispondere ai comandi vocali. Anche i sistemi di raccomandazione, come quelli di Netflix e Amazon, si basano su ML per suggerire film, serie TV e prodotti in base alle preferenze degli utenti. Nel campo della fotografia, le app come Google Photos e Adobe Lightroom impiegano algoritmi di IA per migliorare le immagini, riconoscere i soggetti e organizzare le foto. Infine, i sistemi di navigazione come Google Maps e Waze sfruttano l’IA per ottimizzare i percorsi e fornire indicazioni stradali in tempo reale. Insomma l’intelligenza artificiale è già da tempo nella nostra vita quotidiana.

I limiti dell’intelligenza artificiale

Nonostante le potenzialità e le capacità avanzate di Google Bard e ChatGPT, entrambi questi sistemi presentano dei limiti che possono rappresentare una sfida per le aziende che desiderano sfruttare queste tecnologie. Innanzitutto, questi chatbot possono essere imprevedibili, il che significa che potrebbero fornire risposte sbagliate, inventare informazioni o comportarsi in modo strano in alcune circostanze.

Un altro problema riscontrato nei chatbot basati sull’intelligenza artificiale è la tendenza a generare cosiddette “allucinazioni“, ovvero informazioni completamente false. Questo può essere particolarmente problematico per gli utenti che si affidano a questi sistemi per trovare informazioni affidabili e accurate.

Inoltre, i chatbot come ChatGPT e Google Bard possono riprodurre pregiudizi o linguaggi inappropriati presenti nei dati di addestramento utilizzati per “insegnare” all’algoritmo come rispondere alle domande. Questo comportamento può essere problematico, specialmente quando si tratta di temi sensibili come etnia, genere ed età.

Il futuro dell’intelligenza artificiale nei chatbot

Nonostante questi limiti, l’intelligenza artificiale nei chatbot continua a progredire rapidamente, con nuove versioni e miglioramenti che vengono costantemente sviluppati e rilasciati. Ad esempio, OpenAI ha recentemente rilasciato GPT-4, una versione migliorata del modello linguistico alla base di ChatGPT. Allo stesso modo, Google ha annunciato l’introduzione di un potente modello linguistico chiamato PaLM e l’aggiunta di funzioni di generazione di testo al suo software aziendale, Google Workplace.

Considerazioni finali

In conclusione, Google Bard rappresenta la risposta di Google al successo di ChatGPT, offrendo un chatbot basato sull’intelligenza artificiale in grado di rispondere alle domande degli utenti e discutere di un’ampia gamma di argomenti. Tuttavia, come con ogni tecnologia emergente, ci sono ancora limiti e sfide da affrontare per garantire che questi sistemi forniscano informazioni accurate e affidabili.

L’intelligenza artificiale ha già rivoluzionato il modo in cui interagiamo con la tecnologia e continuerà a farlo nei prossimi anni. È fondamentale, tuttavia, che le aziende e gli sviluppatori continuino a lavorare per migliorare e perfezionare queste tecnologie, affrontando i problemi di imprevedibilità, allucinazioni e pregiudizi, in modo da offrire agli utenti esperienze sempre più soddisfacenti e utili.

Questo articolo ha attinto alle seguenti fonti:


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