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Google Crome accusato di aver violato la privacy nella navigazione in incognito

Pubblicato da Fabio Ambrosi il 04/06/2020 - 21:19
Google Crome avrebbe violato la privacy degli utenti nella navigazione in incognito. Chiesti 5 miliardi di dollari

Guai in vista per Alfabet e la sua controllata Google. Chrome sarebbe infatti stato accusato di aver violato la privacy degli utenti durante la navigazione in incognito. Questo è quanto denunciato dai partecipanti ad una class action che porterà in tribunale la multinazionale americana. La somma richiesta ammonta a 5 miliardi di dollari.

Google Chrome consentirebbe ai siti di tracciare gli utenti durante le sessioni in incognito

Google Chrome accusato di poca trasparenza nel gestire la privacy della navigazione in incongnito

Google Chrome accusato di poca trasparenza nel gestire la privacy della navigazione in incongnito

Google Chrome consentirebbe ai siti di tracciare gli utenti durante le sessioni in incognito e le indicazioni fornite all’utente sarebbero poco chiare e fuorivianti. In sintesi questa è l’accusa rivolta a Mountain View. In parole povere, durante la navigazione in incognito, i siti potrebbero registrare le azioni degli utenti a fini analitici e commerciali anche se non verrebbero salvati cookies e altri dati sul computer locale. Google si difende e, rispondendo al Denver Post che l’ha interpellata via mail, afferma:

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La navigazione in incognito ti dà la possibilità di scegliere di navigare senza che i dati vengano salvati sul tuo browser. Come spieghiamo ogni volta che viene aperta una tab di navigazione in incognito i siti possono raccogliere informazioni sulle tue attività di navigazione durante tali sessioni.

A querelare Google e a promuovere la class action Chasom Brown e Maria Nguyen (di Los Angeles) e  William Byatt (della Florida). I querelanti chiedono un risarcimento di 5 mila dollari ad utente per risarcire quanti sarebbero stati vittima del furto di dati fino al giugno 2016. Se le richieste dovessero essere accolte dalla corte Google dovrà versare un totale di 5 miliardi di dollari.

Facciamo chiarezza: perché google è stata citata in giudizio?

Dopo aver esposto i fatti facciamo ora un po’ di chiarezza e riassumiamo le due posizioni.

Google sostiene che quando si avvia la naviazione in incognito in Google Chrome non vengono memorizzati dati come la cronologia o i cookie. Avviando una sessione di navigazione in incognito infatti troviamo scritto:

Ora puoi navigare in privato. Le altre persone che usano questo dispositivo non vedranno le tue attività, ma i download e i preferiti verranno salvati. Ulteriori informazioni

Chrome non salverà le seguenti informazioni:

  • Cronologia di navigazione
  • Cookie e dati dei siti
  • Informazioni inserite nei moduli

La tua attività potrebbe comunque essere visibile:

  • Ai siti web visitati
  • Al tuo datore di lavoro o alla tua scuola
  • Al tuo provider di servizi Internet

Questo vuol dire che se anche non viene salvata la cronologia e se anche i cookie non vengono memorizzati sul tuo computer i siti web e chi gestisce la rete possono comunque tracciare la tua navigazione. Se un utente visita un sito le pagine viste possono essere tracciate, ad esempio, dai sistemi di analytics (quelli che dicono al proprietario di una pagina web quanti utenti sono connessi etc…).

Secondo i querelanti però Google non garantierebbe una sessione veramente in incognito. La parola sarebbe – secondo i partecipanti alla class action – fuoriviante e darebbe una sensazione di riservatezza che nella realtà non c’è. Non solo. I querelanti sostengono che molte informazioni verrebbero condivise con goolge nelle sessioni in incognito su browser di terze parti come Safari o FireFox. Google insomma intercetterebbe dati privati sempre e comunque.

Mountain View respinge con forza le accuse affermando che Google Chrome si comporta come tutti gli altri browser in commercio e che quello che viene fatto con i dati degli utenti è legale e conforme alle varie direttive.


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